Sicilia tra storia, miti e cultura popolare

Sicilia tra storia, miti e cultura popolare

Uno degli aspetti più affascinanti di qualsiasi luogo o cultura sono le sue tradizioni, eredità di tempi lontani e leggendari. In un rapporto direttamente proporzionale, i luoghi con una storia più ricca sono anche quelli le cui tradizioni presentano un mix difficilmente districabile tra realtà e leggenda, tra figure storiche e mito: un amalgama difficilmente evitabile, considerando che spesso i ricordi di tali tempi sopravvivono solo tramite racconti difficilmente verificabili. Un luogo dove tale situazione è particolarmente presente è la Sicilia: terra antica, con un passato di splendore ellenico la cui eredità prosegue ancora oggi tanto nel suo patrimonio archeologico quanto nella cultura popolare. In effetti sono numerose le eredità odierne, quotidianamente riscontrabili, di leggende e figure storiche legate alla Sicilia.

Siracusa

Sicuramente storica, per quanto avvolta in un alone leggendario, è la figura di Archimede, geniale inventore siceliota legato all’assedio romano di Siracusa nella seconda guerra punica, in occasione del quale perse la vita. Ad Archimede sono ricondotti studi per i tempi avanzatissimi in materia di idraulica e di geometria, nonché invenzioni come un planetario e un orologio ad acqua. La fama dello scienziato era ben nota anche allora, tanto che il comandante romano responsabile dell’assedio si rammaricò per la morte di Archimede durante lo stesso, mentre oltre un secolo dopo fu Cicerone, questore in Sicilia, a farsi vanto di aver rinvenuto la sua tomba, dimenticata dai siracusani. Inevitabile che una figura tanto riverita avesse riflesso nella cultura popolare, divenendo simbolo di genialità e inventiva: il personaggio di Archimede Pitagorico, celebre inventore dei fumetti Disney, deve il suo nome italiano proprio alla volontà, da parte dello storico autore Guido Martina, di omaggiare Archimede di Siracusa. Sempre in ambito Disney, Archimedes è il nome originale di Anacleto, il geniale e sagace gufo parlante de La Spada nella Roccia; un riferimento ripetuto anche nella graphic novel di Alan Moore Watchmen, dove la nave di Nite Owl è chiamata Archie come vezzeggiativo di Archimedes.

Si può poi considerare la Riviera dei Ciclopi, celebre località marittima non distante da Catania. Il nome deriva dalle enormi formazioni rocciose che, per la leggenda, sarebbero i massi lanciati da Polifemo verso Ulisse, in fuga dopo averlo ingannato come riportato nell’Odissea. Per i Greci, infatti, la zona dell’Etna era stata abitata da creature con un occhio solo, delle quali erano a loro noti i grandi crani: in realtà si trattava dei resti fossili di elefanti nani anticamente vissuti in quei territori, con teschi dove era ben visibile il singolo foro in corrispondenza della proboscide. Questo, frainteso per unica orbita oculare, sta alla base della leggenda dei ciclopi, la più nota delle quali è riportata proprio nel celebre poema omerico. Nella cultura popolare, sotto il punto di vista ludico, personaggi mitologici come ciclopi e altre figure dell’immaginario ellenico sono confluite in diverse produzioni: dallo strategico, come Troy della serie Total War, alle slot tematiche ospitate in rete, come Gates of Olympus, fino ad arrivare ad avventure dinamiche, come la serie God of War. Proprio a Polifemo nello specifico è poi intitolato un cratere sulla superficie di Teti, satellite del pianeta Saturno con molti riferimenti al mito di Ulisse.

Acitrezza

Sempre il più famoso dei ciclopi è nuovamente protagonista in un’altra storia legata solo parzialmente alla cultura popolare, in quanto alla base più che altro della geografia del territorio. Nei dintorni di Catania, infatti, si trovano numerosi centri caratterizzati dalla presenza del termine “Aci” nel loro nome: Aci Catena, Aci Sant’Antonio, Acireale, Aci Castello, Aci Trezza e così via. La leggenda, ripresa dai poeti latini Ovidio e Virgilio, vuole che Aci fosse un pastore figlio di una ninfa del Simeto: innamoratosi della ninfa Galatea venne conseguentemente preso in antipatia da Polifemo, a sua volta invaghito della stessa. Il ciclope, non potendo sopportare che questa gli preferisse Aci, uccise quest’ultimo scagliandogli un masso: il sangue del pastore, per intercessione della ninfa, sarebbe stato trasformato nel corso d’acqua che ne prese il nome, verosimilmente scomparso per un’eruzione dell’Etna nel 12esimo secolo. Anche se probabilmente il nome degli odierni centri abitati deriva da quello dall’antica Xiphonia, città della zona della quale non sono sopravvissute tracce, la leggenda è particolarmente significativa nell’illustrare il rapporto tra storia, leggende e quotidianità siciliane: un legame inscindibile, riflesso anche in diverse opere popolari, che ha pochi eguali al mondo.

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