Termini Imerese – Palermo

Termini Imerese – Palermo

Termini Imerese

Sulla costa nord della Sicilia, in provincia di Palermo, si trova Termini Imerese. Una città importante perché vi è la sede del tribunale ma anche perché è un importante snodo ferroviario. Termini Imerese è stata spesso al centro delle notizie della stampa e della televisione per la mobilitazione degli operai della Fiat ed è diventata nota a tutti ma Termini Imerese non è solo questo. Ha una lunga storia da raccontare riguardo le sue tradizioni e le sue origini greche, riguardo la sua bellezza, la sua cultura e il suo mare. Si presenta adagiata su Monte San Calogero mentre scende verso il mare e offre questo bellissimo spettacolo a tutti i suoi visitatori.

Storia di Termini Imerese

Il territorio di Termini Imerese fu abitato fin dalla preistoria grazie alla presenza sul territorio di grotte e ripari sotto la roccia. Storia a leggenda che si intrecciano per dare vita ad una città che da sempre è stata definita “splendidissima”. Durante la dominazione greca Termini Imerese diventò famosa grazie alle sue sorgenti di acqua calda, ancora oggi utilizzate (le moderne terme occupano lo stesso posto di quelle romane delle quali conservano dei resti). Secondo il mito queste terme sarebbero sgorgate per volere delle ninfee che volevano compiacere Atena. In queste terme il primo a bagnarsi fu Ercole, dopo la lotta contro Erice. Secondo Cicerone questa città fu fondata dai greci che le diedero il nome di Himera.

Le terme di Himera erano chiamate Thermae Himerae (da qui Termini Imerese). Himera fu fondata nel 648 a. C. dai greci di Zancle (Messina) che furono condotti da Euclide, Simo e Sacone a fondare la nuova colonia. Himera era un punto strategico, centrale tra la costa mediterranea e quella ionica e per questo motivo si trovò al centro delle lotte tra cartaginesi, greci, agrigentini e siracusani.

Nel 480 a. C. gli Imeresi sconfissero i cartaginesi e il trattato di pace di quella guerra passò alla storia come “il più bel trattato di pace del mondo”, nel quale gli Imeresi sancivano delle norme a favore dei loro nemici. Ma nel 409 a. C. i cartaginesi fecero ritorno e distrussero Himera che ricostruirono due anni più tardi (407 a. C.) ad una distanza di 12 km dal precedente insediamento.

Nel 260 a. C., durante la prima guerra punica, i romani subirono una durissima sconfitta da parte dei cartaginesi in questi territori e solo più tardi, nel 253 a. C., riuscirono a conquistare Thermae Himerae.

Durante l’epoca romana Termini Imerese visse un periodo di grande splendore “Civitas Splendidissima” e furono costruiti il foro, la curia, l’anfiteatro, il porto, un ponte con più ordini di arcate e l’acquedotto (una delle opere d’ingegneria romana ancora ammirabile). Con la fine dell’Impero Romano anche Termini Imerese perse il suo splendore e finì di essere una calda ed accogliente città per diventare una terra di conquista.

È in questo periodo che arriva in queste terre San Calogero con l’intendo di diffondere il Cristianesimo e da cui il Monte prende il nome. Sotto il dominio dei bizantini Termini Imerese diventò teatro di grandi e numerose guerre che provocarono uno spopolamento. Quando il dominio bizantino riuscì a ristabilirsi le condizioni della città migliorarono man mano. Nell’832 arrivarono gli arabi che restarono lì per tre secoli e importarono la coltivazione del carrubo, del gelso e degli agrumi. Con l’arrivo dei normanni termini Imerese divenne città demaniale e furono rilanciate diverse attività commerciali, furono costruite molte chiese e fu introdotto il feudalesimo. Il feudo era presidiato da una fortezza dove vi erano mulini, masserie e diversi laboratori artigiani.

Poi fu la volta degli svevi e degli angioini, uno dei periodi più tristi. Dopo gli angioini fu la volta degli aragonesi durante il dominio dei quali la città cominciò a risorgere. Nel 1848 la rivoluzione. Termini Imerese insorse il 31 gennaio e i Borboni furono rinchiusi nel Castello ma ben presto riconquistarono la città. Termini Imerese fu, successivamente, una delle prime città dove si costituì un governo popolare con la cacciata definitiva dei Borboni, 5 giugno del 1960. Termini Imerese divenne, con il passare del tempo, uno dei maggiori porti della Sicilia e istaurò forti legami con le città marinare, Genova, Pisa e Venezia, e con i maggiori porti mediterranei, Marsiglia e Barcellona. Nel XIX secolo, con la chiusura del Caricatore del Grano, iniziò una fortissima crisi economica che si placò solo con lo sviluppo di altre attività (artigianali ed industriali).

Cosa vedere a Termini Imerese

Tutto quello che si può ammirare a Termini Imerese è frutto del passaggio di diverse culture ognuna delle quali ha lasciato il segno. Nei pressi del Duomo si trovava un antico edificio romano preceduto da una gradinata ed un colonnato ad est mentre ad ovest vi erano una serie di ambienti.

Questo edificio è databile tra il II e il I secolo a. C.. Un altro monumento si trova nella Villa Palmieri subito dopo l’ingresso da Porta Palermo. E’ un edificio in opera cementizia e non lontano da questo si trova l’anfiteatro ( uno dei tre conosciuti in Sicilia oltre quello di Catania e Siracusa). L’anfiteatro si trova tra via Garibaldi e via San Marco e un gruppo di case ne conserva la pianta. Presenta un doppio ambulacro e la cavea era in parte scavata e in parte costruita. Ad oggi è visibile solo una parte dell’ordine inferiore delle arcate e non si sa se ce ne sia stato anche uno superiore. Come gli altri che si trovano in Sicilia l’anfiteatro di Termini Imerese fu costruito in età augustea durante la quale fu costruito anche l’acquedotto, il più importante e meglio conservato dell’isola siciliana.

Le sorgenti si trovano a cinque chilometri dalla città, sul Monte San Calogero dove è possibile ammirare i resti di due vasche di decantazione.
In località Fontana Superiore un tempo passava il torrente Barratina e il suo passaggio era stato realizzato con un sifone di 600 m del quale resta il castello in pianta esagonale. Da uno dei sei lati partiva il condotto. Su questa torre un tempo vi era una grande iscrizione “Aquae Cornealiae ductus p. XX.”. Più tardi il passaggio dell’acquedotto fu spostato più a valle in contrada Figurella dove è ancora visibile un ponte con un doppio ordine di arcate in struttura cementizia che sembra appartenere allo stesso progetto dell’anfiteatro.

Vari scorci di un passato lontano che in parte è stato conservato anche nel Museo Civico all’interno quale trovano posto importanti reperti provenienti da tutta la città. Tra i reperti più interessanti: otto teste leonine della sima del tempio della Vittoria di Himera, due leoni in tufo del Foro, un mosaico con pesci, dei ritratti imperiali (Giulio Claudio, Agrippina Maggiore e Domiziano). Inoltre all’interno del Museo Civico si trova anche una ricchissima collezione epigrafica.

Parrocchia S. Nicola Di Bari a Termini Imerese, Sicilia

Parrocchia S. Nicola Di Bari a Termini Imerese, Sicilia

Una visita la merita anche la biblioteca Liciniana, la biblioteca comunale, che è stata istituita il 17 maggio del 1800 all’interno della quale si trovano ben 102.000 volumi ed un archivio risalente al XVI secolo. Inoltre da visitare vi sono: il Riparo del castello, insediamento del Paleolitico superiore, i Ruderi romani, Villa Palmieri, Chiesa di San Giacomo Apostolo, Chiesa di San Francesco d’Assisi, Chiesa di San Michele Arcangelo, Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, Torre di Via Roma, Chiesa di San Pietro, Chiesa di San Nicola di Bari (la facciata è adornata statue di Santi del 500, l’interno è a croce latina con tre navate e vi si conservano sculture risalenti al XV-XVIII secolo), Chiesa Maria SS. Annunziata (chiesa a tre navate con un caratteristica cupola in maiolica azzurra e all’interno un crocefisso in ebano. Molto probabilmente la chiesa fu costruita su preesistenze romane e arabe delle quali conserva alcuni dipinti), Chiesa Maria SS. Della Misericordia, Chiesa di S. Orsola (il campanile di questa Chiesa sfrutta l’antica torre dei Saccàri che apparteneva all’antica cinta muraria medievale che venne ampliata e adornata di affreschi nei secoli XVII e XVIII), Santuario della Madonna della Consolazione, Chiesa della Madonna del Carmelo, Chiesa di San Francesco di Paola (del 1587 edificata su di una collina e successivamente ha inglobato la piccola chiesa della Madonna delle Grazie), Chiesa di San Bartolomeo (XVI secolo), il Palazzo Comunale (edificato nel 1610 e all’interno molto interessante è la sala delle adunanze), Palazzo De Michele (in piazza Santa Caterina del XVII secolo), Chiesa di San Giuseppe, Chiesa di Sant’Antonio da Padova, Chiesa di S. Carlo Borromeo, Chiesa Santa Croce al Monte, Chiesa di Sant’Anna e Villa Palmieri.

Termini Imerese è un’altra delle città che Esplora Sicilia consiglia di visitare a tutti coloro che vogliono ammirare la Sicilia nella sua unicità e conoscerne la storia, la tradizione e la millenaria cultura.

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