Calatafimi Segesta – Trapani

Calatafimi Segesta – Trapani

Calatafimi Segesta è un piccolo paese in provincia di Trapani, sito tra le colline dell’agro segestano.
Il nome originario del paese era Calatafimi e solo dal 1997 ha preso l’attuale denominazione.
Un delizioso paese che si estende tra il silenzio e il verde del trapanese, ideale per chi cerca ristoro tra la calma e la pace.

Storia di Calatafimi Segesta

Calatafimi Segesta si è sviluppato nel IX secolo intorno al Qal’at Fîmî, il Castello di Eufemia (del quale ancora oggi restano alcune tracce), nei pressi della città elima di Segesta. Questo piccolo borgo appartenne al demanio fino al 1336 anno nel quale Federico III di Aragona la concesse in feudo al figlio Guglielmo. Dopo gli Aragona il feudo passo nelle mani dei Peralta. Portata in dote matrimoniale come baronia da Donna Violante de Prades a Bernardo Cabrera, Calatafimi divenne parte della Contea di Modica, dal 1420 al 1802 anno nel quale fu inglobata nel demanio del Regno delle due Sicilie ai Cabrera ed successivamente agli Enriquez. Calafimi passò poi ai Duchi di Alba per poi essere annessa al Regno di Sardegna.

Il 15 maggio 1860 ci fu una famosa battaglia tra i Mille e le truppe borboniche proprio sul vicino Colle di Pianto Romano. Lì dove avvenne lo scontro fu eretto un imponente mausoleo, all’interno del quale si conservano le spoglie dei caduti. Questo mausoleo è conosciuto come sacrario di Pianto Romano. Il centro storico di Calatafimi Segesta si estese dal XV/XVI secolo circa.

Monumenti e luoghi d’interesse di Calatafimi Segesta

Oltre l’affascinante area archeologica di Segesta e al mausoleo di Pianto romano in questa zona, per tutti gli appassionati di arte e di storia, c’è il centro storico dove si trovano il Castello Eufemio, un egregio esempio di architettura normanno sveva, la Chiesa del Santissimo Crocefisso, la Chiesa del Carmine, la Chiesa della Madonna del Giubino, la Chiesa di San Michele, la Chiesa di San Giuliano, la Chiesa della Madonna del Soccorso e quella della Santissima Trinità.

Ognuna di queste chiese al proprio interno conserva diverse statue marmoree della scuola di Antonello Gagini e diverse tele. Tra gli altri anche numerosi affreschi neoclassici. Il centro storico è molto caratteristico, formato da diversi piccoli vicoli (con archi a sesto acuto e a tutto sesto), cortili e scalinate che si intersecano vicendevolmente fra loro. Attualmente è disabitato e in stato di abbandono a causa del terremoto che ha colpito la Valle del Belice nel 1968.

A Calatafimi Segesta trovano posto anche tre piccoli musei: il museo civico – archeologico di Segesta, il museo dell’epopea garibaldina e il museo etnoantropologico. Nelle vicinanze dell’abitato si trovano il bosco Angimbè e la pineta di Santa Maria.

L’eremo di Maria SS. del Giubino, patrona della Città di Calatafimi Segesta

L'eremo di Maria SS. del Giubino, patrona della Città di Calatafimi Segesta L’eremo di Maria SS. del Giubino, patrona della Città di Calatafimi Segesta

Fra fede e panorami mozzafiato
Il Santuario, risalente al 1495 circa, mantenuto da sapiente opera conservativa, si erge su di un colle dirimpetto le antiche rovine di Segesta. Come un antico scrigno conserva, nella sua semplicità, un bassorilievo dell’epoca di Madonna con Bambino. Ma è la delicatezza del Suo materno sorriso che abbraccia il pellegrino e si imprime negli occhi del visitatore.
Da qualche anno il grande impegno di Padre Giovanni Mucaria, coadiuvato dal comitato “Madonna di Giubino” e di tanti altri fedeli, ha portato il sito religioso ad uno splendore mai avuto. Un luogo dove la generosità della natura e l’operosità umana si sono felicemente completate, questo è il Giubino con il suo eremo, la magica grotta e la mediterranea vegetazione echeggiante di canti alati.

Storia
Legenda vuole che la nascita del Santuario sia dovuta ad una disputa con i vicini alcamesi, a seguito del ritrovamento del bassorilievo nel bosco che separa i territori di Alcamo e Calatafimi.
Il quadro, posto su di un carro trainato da buoi, fu per volere della Madonna stessa, portato a Giubino. Lì, infatti, si fermò il carro guidato dai soli animali. Era la fine del 1400 circa.
Per diverso tempo l’eremo fu abitato da frati conventuali francescani alla guida del Beato Arcangelo Placenza che a Calatafimi vide i suoi natali.

Elementi architettonici
Il Santuario nasce come umile chiesetta campestre già nel 1500.
Successivamente ampliata alle dimensioni attuali, ne conserva ancora la semplicità dello stile dell’epoca. All’interno della chiesetta il bassorilievo marmoreo della Vergine è sicuramente un esempio del periodo aureo dell’arte siciliana quattrocentesca.
I Gambara, Miranda ma anche Laurana sono presenti all’epoca in zona ma, l’autore del trittico, sebbene a questi riconducibile, rimane incerto. Indubbia è invece la bellezza e la grazia che ci mostra nella sua molteplicità di forme.

Punti panoramici
Il Santuario, posizionato ad una quota di circa 385 s.l.m., in direzione NORD permette di vedere il golfo di Castellammare del Golfo; a NORD-NORDEST il bosco di Angimbè, caratterizzato da macchia mediterranea con la sua sughereta e, nelle belle giornate, l’isola di Ustica; a EST-SUD-EST si intravedono i monti Sicani, nitida la loro cima più alta, Rocca Busambra, mentre a SUD-SUD-EST lo sguardo si estende fino alla provincia di Agrigento; a NORD-OVEST si può ammirare il tempio dorico di Segesta.

Orario di apertura
A partire dalla seconda domenica di luglio fino alla terza domenica di settembre il Santuario rimane aperto tutti i giorni orientativamente dalle ore 09:00 alle ore 20:00.
Per la visita del complesso conventuale contattare, almeno 24 ore prima, il Comitato Madonna di Giubino (tel. 0924.950115, 347.8071539, email madonnadigiubino@yahoo.com).

(Fonte: Rosario Vivona)

Esplora Sicilia vuole presentare anche queste realtà più piccole e dare a tutti la possibilità di godere del bello. È per questi vicoli, queste chiese e antiche case che è possibile ritrovare la storia, un po’ assopita forse, ma ancora tanto presente ed imponente nel suo fascino.

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