Ispica – Ragusa

Ispica – Ragusa

Cosa vedere ad Ispica, Ragusa

Ipsica è un comune in provincia di Ragusa ed è sito sulla costa sud orientale dell’isola. L’etimologia del nome Ispica è incerta, per alcuni deriva dal latino gypsum (“calce”) o dalla frase greca gupsike kaminos (“fornace calda”), che si ricollegherebbe al toponimo “Spaccaforno”. Altri sostengono che il nome derivi da quello del fiume Hypsa, che un tempo scorreva nella vallata. Il toponimo “Spaccaforno” potrebbe derivare dall’unione dei termini “Spacca”, derivazione fonetica di “Ispica” e quindi dal latino “speca” (“grotta”) e “forno”, indicante le sepolture a forma di forno rinvenute nei pressi dell’abitato. Altri ancora sostengono la tesi che il toponimo deriverebbe invece dalla deformazione della locuzione greca “eis pegas”, “verso le fonti”.

Tante diverse versioni ma la più accreditata è quella di una corruzione della locuzione latina Hyspicaefundus (“fondo di Cava Ispica”).
Questa graziosa città si estende su una collina a sette chilometri dal mare. Il suo clima è di tipo mediterraneo, con inverni miti ed estati molto calde.
Molto importanti sono l’agricoltura e il turismo, primi settori dell’economia ispicese.

Storia di Ispica

Diversi resti archeologici testimoniano che Ispica era abitata sin da epoca tardo romana. Secondo una leggenda, Sant’Ilarione di Gaza avrebbe soggiornato in questi territori, in una grotta di Cava Ispica tra il III e il IV secolo e avrebbe frequentato la piccola chiesa di Santa Maria della Cava. L’antichità di questa chiesa è testimoniata dalla scritta presente su uno scudo dipinto sul portico, “Antiquam terra fieret ego sum”, cioè “Prima che la terra (il paese) fosse io sono”. In epoca romana la città ha avuto il nome di Hyspicaefundu per poi cambiare in Spaccaforno fino al 1934. Anche in questo territorio, come avvenne per tutta la Sicilia, si sono succedute diverse dominazioni che hanno visto l’avvicendarsi di greci, romani e bizantini.

Furono gli arabi, che dominarono la regione dal IX all’ XI secolo, a costruire il primo centro abitato. Il primo documento che menziona Ispica risale al 1093, in una bolla che Papa Urbano II emanò subito dopo la fine della dominazione araba. Dopo gli arabi, gli svevi e gli angioini, arrivò, all’inizio del XIV secolo, il viceconte berengario di Monterosso, tesoriere del regno, che donò la città alla Regina Eleonora d’Angiò, moglie di Federico III. Pietro II la concesse poi in feudo al fratello Guglielmo Duca di Atene dal quale passò in eredità al suo maggiordomo Manfredi Lancia che la lasciò ai suoi eredi ai quali fu confiscata poiché si ribellarono a Federico III. Nel 1367 Ispica fu occupata da Francesco Perfoglio al quale fu concessa in feudo nel 1375.
Da quel momento il territorio seguì le vicende della Corte di Modica e fu in possesso di Andrea Chiaramonte. Dopo la ribellione di quest’ultimo Ispica fu assegnata a Bernardo Cabrera. Nel 1453 passo sotto il dominio di Antonio Caruso di Noto e portata in dote dalla figlia a Francesco II Statella.

L’11 gennaio del 1693 il violento terremoto che devastò l’intera Sicilia rase al suolo Ispica. Nonostante l’ingente danno i pochi sopravvissuti ebbero la forza di ricostruire la città, non senza l’aiuto dei territori vicini. La città “si trasferì” nella zona pianeggiate, al di fuori della cava.
Alcuni quartieri furono ricostruiti attorno alle chiese rimaste in piedi, mentre altri sorsero ex novo. Il nuovo territorio vide nascere chiese di immane bellezza come quella di Santa Maria Maggiore, la Chiesa di San Bartolomeo e quella della SS. Annunziata. Con l’avvento dello stile liberty furono costruiti Palazzo Bruno e Palazzo Bruno di Belmonte. Nel 1812 la città fu incorporata nel distretto di Modica e nella provincia di Siracusa e dal 1927 passò alla provincia di Ragusa. Nel 1935 il nome di Spaccaforno fu cambiato in Ispica e nel 1987 ha ottenuto il titolo di città.

Monumenti e luoghi di interesse di Ispica

Dopo il violento terremoto del 1963 Ispica fu ricostruita con un’area a impianto settecentesco, con una maglia stradale a scacchiera a strade larghe e diritte, e un’area di impianto medievale con tracciati irregolari. L’area medievale è adiacente alla rupe, dove si trovano i ruderi di una fortezza e dell’antica città di Spaccaforno. Grazie alle meravigliose opere che furono costruite dopo il terremoto Ispica è entrata a far parte delle Città tardo barocche del Val di Noto.

Basilica di Santa Maria Maggiore

La bellezza di Ispica si mostra anche attraverso le sue incantevoli chiese e la Basilica di Santa Maria Maggiore è una di queste. In stile settecentesco fu progettata dall’architetto Sinatra. Al progetto iniziale venne aggiunto un porticato con 23 passaggi che delimita la piazza.

L’interno ha tre navate con meravigliose decorazioni e affreschi del 1765 ed ospita una statua di un Cristo flagellato alla colla.
Nel 1908 questa basilica è stata dichiarata monumento nazionale.

Basilica della Santissima Annunziata

La Basilica della Santissima Annunziata fu costruita nel 1704. All’interno custodisce decorazioni a stucco stile rococò ed alcune opere sopravissute al sisma. Importanti sono il Cristo con la croce, un gruppo scultoreo in legno con Cristo e due Giudei.

Chiesa madre di San Bartolomeo

La chiesa madre di San Bartolomeo fu ricostruita dopo il terremoto, dal 1750 e terminata nel corso di un secolo e mezzo. All’esterno è preceduta da doppia scalinata e la facciata presenta elementi tardo – barocchi e neoclassici. L’interno è diviso in tre navate e l’unica opera di rilievo è un dipinto di San Bartolomeo durante il Martirio.

Chiesa Madonna del monte Carmelo

La chiesa della madonna del Carmelo risale al 1534 e fu rasa al suolo completamente con l’annesso convento.
Fu ricostruita nel ‘700 ed oggi presenta bassorilievi in stile rinascimentale e un putto sull’arco di ingresso.

L’aspetto attuale è definito sul finire dell’Ottocento con la realizzazione della cella campanaria. Il risultato è dato dalle continue integrazioni col riutilizzo di frammenti architettonici legati al momento tardo-rinascimentale. La chiesa ospita il simulacro della Beata Vergine Maria del monte Carmelo, patrona della città.

Palazzo Bruno di Belmonte

Il palazzo Bruno di Belmonte è in stile liberty ed è il più importante di tutta la provincia. Fu edificato nel 1906 per volere della famiglia Bruno di Belmonte ma non divenne mai la loro dimora, poiché il palazzo non fu completato a causa dello scoppio della prima guerra mondiale. Una sola parte fu resa abitabile nel 1921. Nel 1975, dopo la vendita dei primi tre piani da parte degli eredi al comune, il palazzo è diventatao sede municipale.

L’acquisto è stato completato nel 1978 con l’acquisto da parte del comune del quarto piano. Altre chiese e palazzi molto interessanti sono la Chiesa della Madonna delle Grazie, la Chiesa di San Giuseppe, Convento e Chiesa di Sanata Maria del Gesù dei Minori Osservanti di San Francesco, la Chiesa di Sant’Antonio Abate, il Palazzo Bruno, la Torre dell’Orologio, l’ex casa Statella, il Palazzo Modica, il Palazzo Latino, il Palazzo Gambuzza e il Palazzo Zuccaro.

Siti archeologici di Ispica

Tra i siti archeologici molto importanti ci sono la Cava di Ispica, dove si trovano una serie di abitazioni rupestri ed è stata abitata dalla preistoria all’Ottocento, e il Parco Archeologico della Forza, dove sorgeva la dimora fortificata della famiglia Statella.

Ai piedi del castello si trovava l’antico centro abitato di Spaccaforno, distrutto con il terremoto del 1693. In questa zona sono state rinvenute tracce di frequentazione a partire dalla prima età del bronzo. Molto importanti sono anche le catacombe di San Marco, testimonianza della presenza cristiana nel territorio. Questo è il secondo cimitero dell’isola per dimensioni.

Aree naturali di Ispica

Tra le aree naturali più importanti c’è senza dubbio la zona costiera, che si estende per 13 chilometri, e si divide tra spiagge a sabbia fine e dune. Diverse sono le località balneari di ispica, tra le quali Santa Maria del Focallo e Punta Ciriga. Oltre la costa un’altra importante area naturale sono i Pantani Bruno e Longarini, dei laghi di acqua salmastra separati dal mare da alcune dune di sabbia.

Qui termina il nostro viaggio sul territorio di Ispica, una città bellissima, che ha saputo rimettersi in piedi dopo il violentissimo terremoto. Fu distrutta ed è risorta, diventando più bella ed affascinate. Oggi Ispica è tra le città più importanti della Sicilia orientale, capace di attirare per il suo mare, la sua storia e la sua arte.

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