Piana degli Albanesi, Palermo

Piana degli Albanesi, Palermo

La Piana degli Albanesi, in provincia di Palermo, fino al 1941 Piana dei greci, è una delle più note e popolose comunità storiche arbëreshë ed il centro più importante delle colonie greco – albanesi della Sicilia. Inoltre fu sede vescovile dell’Eparchia bizantina. Questa cittadina si estende su un altopiano montuoso, con accanto un bel lago e sul versante orientale il maestoso Monte Pizzuta.

Piana degli Albanesi a Palermo

Un paesaggio davvero mozzafiato, delimitato da bellezze incomparabili. Nel corso degli anni questo centro ha sempre ricoperto ruoli attivi per la tutela e la conservazione degli usi e dei costumi albanesi, lasciando inalterate le peculiarità etniche, linguistiche, culturali e religiose.

Per ciò che concerne le origini del nome sul Dizionario Topografico della Sicilia troviamo Plana Graecorum (Piana dei Greci), detta anche Piana dell’Arcivescovo. È il 30 agosto del 1941 che entra in vigore il nome Piana degli Albanesi.
Pochi anni il nome si provò a cambiare nuovamente la denominazione Piana dei Greci, per il malcontento generale degli abitanti, ma la prefettura di Palermo negò il permesso motivando con l’affinità storica, culturale ed etnografica del nuovo nome.

Storia di Piana degli Albanesi

La fondazione della Piana degli Albanesi risale alla seconda metà del XV allorché un gruppo di esuli greco – albanesi cercò rifugio in Italia.
Con la caduta dell’Impero Bizantino il fenomeno si intensificò, negli anni che vanno dal 1482 al 1485.
Questa forte immigrazione fu favorita dalla Repubblica di Venezia che la vedeva come un modo per ripopolare centri disabitati o colpiti da carestie.
Gente nomade che si spostava da un posto all’altro della Sicilia in attesa di trovare quello che li accogliesse.
Trovarono questo luogo nei territori amministrati dalla Mensa Arcivescovile di Monreale.

Negli anni successivi fu chiesto al cardinale Juan Borgia il diritto di soggiornare sulle terre Mercu e Aydingli, situate nell’entroterra montuoso presso la pianura della Fusha. Questo posto era vicino alle principali città, era fertile e ricco. Il 30 agosto 1488 si sanciva la creazione del più grande polo albanese dell’isola siciliana alla quale seguiva la costruzione delle chiese di rito greco – bizantino e delle prime infrastrutture.

Nel 1534, durante la seconda diaspora albanese, altre persone arrivarono a popolare il centro che a questo punto si struttura come comunità autonoma nel reparto amministrativo, giuridico, economico, culturale e religioso. Il centro cresce sempre di più ed è volontà di tutti gli abitanti mantenere la loro identità, motivo per il quale non accettano alcun forestiero.

Durante il XIX e il XX secolo gli arbëreshë di Piana degli Albanesi parteciparono attivamente alle vicende storiche regionali, nazionali ed oltre i confini nazionali, giocando un ruolo significativo nell’unificazione d’Italia e nell’indipendenza albanese.
Vicende che hanno permesso agli albanesi di integrarsi sempre maggiormente nella cultura italiana, pur mantenendo sempre la loro identità.
Nel corso degli anni e dei secoli questa popolazione è riuscita a mantenere inalterata la propria originaria identità etnico – linguistica e religiosa.

Monumenti e luoghi d’interesse di Piana degli Albanesi

Il centro antico di Piana degli Albanesi è in tipico stile tardo medievale e rispecchia appieno gli status sociali e le condizioni economiche dell’epoca. Secondo quando riportano alcuni documenti storici i fondatori di Piana degli Albanesi abitavano in case in stile medievale con archi in pietra e volte a botte. Le strade del nucleo abitato erano strette e presentavano molte scalinate. Tipico lo spazio antistante alle abitazioni.

La Piazza grande era il centro di aggregazione per eccellenza ed è lì che si trovava il municipio e la “quinte secentesche” costituita dalla fontana Tre Kanojvet e dalla chiesa-santuario di Maria SS. Odigitria. Due sono gli stili che caratterizzano l’edilizia architettonica di Piana degli Albanesi, quella barocca e quella bizantina. I due stili hanno sempre convissuto pacificamente fino ad avere magnifici momenti di fusione.

È tra la fine del cinquecento e la prima metà del Seicento che fu realizzata la maggior parte di tutto quello che c’è oggi da ammirare a Piana degli Albanesi, chiese, fontane, palazzi e assetto del centro storico.

Chiese di Piana degli Albanesi

Sono diverse le meravigliose chiese che è possibile ammirare a Piana degli albanesi. Il nostro viaggio inizia dalla Chiesa Rurale di SS. Madonna dell’Odigitria, del XV secolo. Quest’antica chiesa sorge sulle pendici del monte Pizzuta, ha pianta quadrata, altare centrale, del XVIII secolo, marmi mischi e custodisce la tela della Madonna dell’Odigitria, opera di Pietro Antonio Novelli del 1612. All’interno della Chiesa si può ammirare anche una lapide che ricorda ai visitatori le vicende dell’insediamento. In due periodi dell’anno, maggio ed agosto, secondo un’antica tradizione gli arbëreshë arrivano alla chiesa prima dell’alba per assistere alla Divina Liturgia e intonano diversi canti rivolti verso oriente, verso la loro madre patria, l’Albania.

La chiesa più antica del paese è quella di San Giorgio Megalomartire, del 1493, alla quale si accede tramite una scalinata.
Questa chiesa è costituita da un’unica navata con volte a botte ed ospita l’affresco di San Giorgio in gloria. Ad ovest è chiusa da un’abside dove si trova un affresco di cristo Pantocreatore con la scritta albanese “U JAM DRITA E JETËS KUSH VJEN PRAPA MEJE NGË KA TË JETSËNJË NË TË ERRËT”. Un’altra opera di pregio che si trova all’interno di questa chiesa è il gruppo scultoreo di San Giorgio che trafigge con la sua lancia il drago, simbolo del male.

Cattedrale di San Demetrio

Continuando il tour che ci porta alla scoperta delle chiese arriviamo alla cattedrale di San Demetrio Megalomartire di tessalonica, una maestosa cattedrale sita nel Corso giorgio Kastrota alla quale si accede tramite una scalinata in stile tardo barocco.

La facciata di questa cattedrale è abbellita da diversi mosaici e all’interno è divisa in tre navate, divise da due file di otto colonne. Questa cattedrale conserva la più grande iconostasi lignea della Sicilia, con monaco cretese Manusaki, e numerosi affreschi di notevole importanza e fascino.

L’opera più antica è l’icona della Madre di Dio con il Cristo di scuola senese del 1500, dipinta con tempera all’uovo.
Dopo l’imponente cattedrale è la volta della Chiesa urbana della Madonna dell’Odigitria che fu costruita nel XVII secolo. All’interno di questa chiesa si trova una grande statua della Madonna sorretta da due monaci, realizzata verso la fine del Seicento, in legno stuccato e dorato.
Molto pregiata è anche l’antica icona bizantina del XVI secolo che raffigura Maria Vergine dormiente. Nel XVI secolo fu eretta la chiesa di San Nicola di Mira che ha acquisito molto importanza grazie alle pregevoli icone del seicento che custodisce. A seguire c’è la Chiesa della Santissima Annunziata che presenta un interno molto anomalo infatti ha una navata centrale e una sola navata a destra.
L’altare e in marmo bizantino ed è sorretto da quattro colonne che rappresentano i quattro Evangelisti.

Molto rilevanti sono le opere del Novelli tra le quali una raffigurante San Pietro liberato e l’Annunciazione.
Altre chiese di fondamentale importanza sono la Chiesa di San Vito, in arte tardo barocca, la Chiesa della Madonna del Rosario, la Chiesa di Sant’Antonio il grande e la Chiesa del Santissimo Salvatore.

Architetture civili di Piana degli Albanesi

A Piana degli Albanesi non mancano importanti architetture civili che rendono il paese più grazioso ed elegante. Palazzi di notevole interesse architettonico come quello dell’ospedale, dell’Albergo Ricovero per gli agricoltori, del Teatro, dei Mulini e di Palazzo Manzone.
Tra gli altri annoveriamo: la Villa Comunale “Albania”, la Casa del Vicario Foraneo, la Sede Municipale, la Pretura del Giudice di Pace, il Cineteatro ed ex Carcere mandamentale, la Scuola Materna, la Scuola Elementare “SS. Odigitria”, Scuola elementare “Skanderbeg”, o la Scuola Media “Demetrio Camarda”, l’Auditorium “Portella della Ginestra” e la Biblioteca “Giuseppe Schirò”, ex sede comunale.

Fontane di Piana degli Albanesi

L’arte di Piana degli Albanesi è anche nelle meravigliose fontane, realizzate in pietra locale e distribuite per i vari quartieri del centro storico.
Queste fontane hanno assolto, nel corso del tempo, anche la funzione sociale di ritrovo per gli abitanti dei diversi quartieri.

Le fontane più importanti sono: Tre Kanojvet, in Piazza Grande, in stile seicentesco a forma di “tempio”; Fusha e Pontit in corso Umberto I, con lo stemma del paese in rilievo; Kroi me një gojë nei pressi della cattedrale; Kriqja e Palermës in via Fra.sco Crispi, del XVII secolo; Sëndu Roku nel quartiere San Rocco; Shën Jani accanto al plesso Skanderbeg; Fovara e Shën Gjonit a ridosso della chiesetta; Kanalli i ri costruita nel 1700; Kroi Mashili in Piazza Mashilli; Kroi Arkuleuni, Fovara e Rrugaçit; Tek Ulliri; Shën Mëria e Ghodhencë.

Masserie di Piana degli Albanesi

Nel territorio di Piana degli Albanesi si trovano anche diverse masserie, tredici per la precisione. Aziende di piccole e medie dimensioni condotte da un massaro e che comprendono podere, casa colonica e servizi. Sistemi di edilizia rurale pervenuti fino a noi dal seicento. La casa padronale si trovava al primo piano, dominava l’intera masseria, e aveva rifiniture molto accurate. Solo alcune di tutte le masserie sono giunte fino a noi in un ottimo stato di conservazione, anche se hanno subito drastiche trasformazioni.

Esplora Sicilia consiglia vivamente un giro a Piana degli Albanesi, per conoscerne le bellezze e le particolarità. Una piccola nazione con i suoi usi, i suoi costumi, la sua lingua, la sua religione, un frammento di Albania che sopravvive da secoli nel cuore di una regione italiana.

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