Nicosia – Enna

Nicosia – Enna

Nicosia

Nicosia, molto probabilmente di origini bizantine, deve il suo nome a San Niccolò, anche se l’etimologia del nome ci dice che proviene da leukos ovvero “bianco” molto probabilmente in riferimento al bianco che colorava le montagna circostanti.

Nel cuore della Sicilia, in provincia di Enna, nasce come un luogo fortificato dei cristiani della Val Demone.
Nasce sui quattro colli: colle del castello, colle dei Cappuccini, Monte Olivento e Monte del SS. Salvatore.

Secondo la tradizione, l’imperatore Carlo V, nel 1535 tornando dall’Africa e dovendo proseguire per Messina, si fermò a Nicosia, ospite del Barone La Via. Gli artigiani del luogo, in tale occasione, realizzarono un apposito piccolo trono, che viene tuttora conservato nella Basilica di S. Maria Maggiore e che è appunto ricordato come sedia di Carlo V. Nicosia è un comune siciliano, nel cuore della Sicilia, in provincia di Enna, conta circa quindicimila abitanti e confina con la provincia di Palermo e con la provincia di Messina.

Ruderi del Castello di Nicosia

I resti del castello sono pochi purtroppo, mentre ancora si conserva una croce in stile bizantino che dalla chiesa di S. Nicolella è stata affidata alla chiesetta di S. Biagio. Non verificabili sono le mitiche ipotesi di origini greco-romane, che chiamerebbero in causa le tre antiche città scomparse di Erbita, Engio ed Imacara, accomunate dall’aver dovuto subire i tanti soprusi e le ingiustizie del rapace pretore romano Verre, contro il quale, unite ad altre città siciliane, nel I sec d.C., intentarono causa sotto il patrocinio di Cicerone, che proprio in quell’occasione, scrisse le famose Verrine.

Chiesa San Salvatore a Nicosia (Enna)

Chiesa San Salvatore a Nicosia (Enna)

Mancano, purtroppo, scavi archeologici che accertino le ubicazioni di tali città nei dintorni dell’attuale Nicosia.
Secondo il nobile Falco del XVII° sec., tuttavia, gli Erbitesi, stanchi di sopportare le innumerevoli angherie di Verre, avrebbero abbandonato la propria città, spostandosi sino al colle del Castello per edificare le nuove proprie case, diventando addirittura il gruppo di maggioranza tra gli abitanti e chiamando il nuovo agglomerato urbano Erbita Nuova, in ricordo della propria città, decaduta e lasciata alla plebe.

Origini di Nicosia

Lo studioso Stanislao Pontorno, invece, localizzerebbe la città di Imacara, ricordata da Cicerone, Plinio e Tolomeo, nell’attuale contrada Vaccarra, dove varie testimonianze e reperti – purtroppo dispersi – avrebbero attestato l’esistenza di una antica città distrutta e di un monastero benedettino.
Secondo quest’autore, dopo il terremoto che nel 1169 rase al suolo Catania, Lentini e probabilmente Imacara, gli abitanti superstiti si sarebbero rifugiati a Nicosia, appunto nel quartiere della Vaccarra
. In tale quartiere, come unico resto del monastero benedettino, sopravvive, in mezzo al verde della campagna, la chiesetta di S. Maria della Vaccarra, con i suoi affreschi bizantini all’interno.

Vi è poi chi ritiene si possa identificare il paesaggio roccioso nicosiano e le sorgenti che dalla roccia del Castello scendono a bagnare i Pozzi Gurri, con la città greca di Engio, descritta dallo storico Diodoro Siculo. Appare certo che non sia stata edificata dagli Arabi, i quali generalmente imponevano denominazioni nella loro lingua (come nei casi di Castrogiovanni, Calascibetta, Caltagirone, ecc).

Il Nome “Nicosia” sembra, invece, proprio più legato ad origini greco-binzantine.

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