Maniace, in provincia di Catania, è noto per essere uno dei paesi più ricchi di verde e di acqua dell’entroterra della Sicilia. Il nucleo abitato si estende in una meravigliosa valle, sulle rive del fiume Simeto.
Un paese davvero caratteristico che si tinge di meravigliose tonalità al variare delle stagioni, il bianco della neve, il verde dell’erba e il brio dei fiori.
Maniace, insieme a Bronte e Randazzo, è tra i paesi della provincia di Catania che appartiene al Parco dei Nebrodi, un’imponente meraviglia naturale che si estende lungo la costa tirrenica.
Caratteristico è il sentiero delle sorgenti, un itinerario che porta a spasso tra le sorgenti più belle di questo paese. Nella prima parte si incontra “Sorgente Farina”, poi “Sorgente Fanusa” e “Sorgente Virgilio” a quota 1.300 metri. Lungo il sentiero si passa per il rifugio forestale “Donnavida”, con l’omonima sorgente. Proseguendo lungo il cammino si giunge alla Trazzera Regia, dove gli allevatori portavano gli animali per la transumanza.
Da qui si arriva alla Serra Spina, da dove si può ammirare l’Etna, per giungere poi all’Obelisco di Nelson. Da qui inizia la parte in discesa. Una meravigliosa faggeta e la sorgente dell’Arcarolo seguono nell’itinerario. Poi è la volta della “Sorgente del Medico” la quale, secondo una leggenda, avrebbe proprietà curative, e della “Sorgente Sperone”. Nell’ultima parte si arriva alla “Sorgente Valle dell’uomo morto”. Un itinerario speciale e un po’ particolare, a spasso per la natura e a contatto con le sue bellezze.
Storia di Maniace
Maniace si è una piccola cittadina formatasi nell’arco del XX secolo che ha raggiunto la propria autonomia solo nell’aprile del 1981. Questa recente formazione non deve però indurre a pensare che non ci sia una storia. Già anticamente esisteva un florido centro urbano, che durante l’epoca araba era conosciuto con il nome di Ghiran àd Daquiq, nome che mantenne anche sotto i bizantini. Durante l’epoca normanna Maniace era annoverata tra le “città lombarde”, per aver ospitato una colonia proveniente dal Monferrato. Con il passare del tempo la cittadina acquisì tutti i requisiti per essere titolata “Magna Universitas” (termine che ne l Medioevo indicava la struttura civica equivalente all’attuale comune). Il massimo splendore e notorietà furono raggiunti con la presenza dell’Abazia benedettina di Sancta Maria Maniacensis, fatta costruire nel 1174 dal re Guglielmo il Buono.
Quest’abbazia ebbe fama e notorietà grazie alla grandezza dei suoi possedimenti, al numero di chiese assoggettate e alla celebrità di alcuni abati tra i quali card. Rodrigo Borgia, divenuto, poi, papa con il nome di Alessandro VI. Gli abati di questo monastero avevano il diritto di presiedere nel Parlamento siciliano. finito il periodo normanno Maniace soffrì il devasto della dominazione sveva e conobbe le scorribande dei soldati angioini e poi la dominazione aragonese, dopo la quale non si ebbero più notizie di questo paese, né della sua popolazione. Sulla scomparsa di questo fiorente paese i documenti storici riportano alcune notizie. Alcune dicono che il Casale poco dopo il 1412 fosse già scomparso e restò superstite solo l’Abazia che pian piano decadde dal suo splendore originario a causa dell’arrivo di un duro e lungo regime feudale.
Un’altra notizia ci dice che il territorio di Maniace nel 1492 sia stato donato al Papa cardinale Borgia e passò poi in beneficio all’Ospedale Nuovo e Grande di Palermo. I responsabili dell’ospedale gestirono malamente questi bene e relativo territorio e sfavorirono il riformarsi di un nucleo abitato. Il suolo di Maniace divenne una landa deserta e per secoli fu utilizzato solo dai pastori per la transumanza.
Cosa vedere a Maniace
Un piccolo paese con una storia strana che non manca però di bellezze architettoniche. Tra le più importanti abbiamo il Castello Nelson, la Parrocchia di San Sebastiano, la Chiesa di Santa Maria e il Cimitero Inglese.
Castello di Nelson
Una lunga storia appartiene a questo castello che ha visto il succedersi di signori e di epoche storiche e che oggi giunge a noi padrone di tutte le meravigliose diversità e ci racconta di ciò che è stato. Re Ferdinando di Borbone decise di contraccambiare Orazio Nelson per i servigi che gli aveva reso stroncando la rivoluzione napoletana del 1799 e facendo impiccare l’ammiraglio Caracciolo con alcune baronie siciliane e la sua scelta ricadde su due celebri abbazie, quella di Santa Maria di Maniace e quella di San Filippo di Fragalà. Con questa donazione il re cedette all’ammiraglio la possibilità di trasmettere la Ducea ai suoi parenti e non solo. Il primo successore di Nelson fu il fratello William al quale successe poi la figlia Charlotte, la quale fu la prima a voler conoscere tutta la Ducea recandosi personalmente nella località. Charlotte fu molto divertita dagli usi e i costumi locali ma restò scossa dalle difficoltà nelle quali vessava la popolazione. Giurò di non rimettere più piede nell’isola e non tornò mai più a Maniace.
Castello Nelson – Bronte, Catania
Nel 1838 una controversia sulla successione nella Ducea divise Charlotte Nelson-Bridport e il cugino Orazio Bolton, figlio di una sorella del grande ammiraglio. Il processo terminò il 17 dicembre del 1841 con la riconosciuta successione di Charlotte. Diverse stanze del castello furono edificate nell’ottocento, quando fu ristrutturato ed inglobato con quello che restava dell’antica abazia. Castello e Ducea, sequestrati il 19 settembre 1941, passarono nelle mani dell’ente di colonizzazione del latifondo siciliano, che realizzò un borgo contadino nel parco del Castello.
Questo nuovo villaggio venne chiamato Borgo Caracciolo, per ricordare la vittima italiana più illustre dell’ammiraglio Nelson, ma non venne portato mai a termine perché la guerra e gli alleati ne impedirono il completamento. Durante la seconda guerra mondiale il Castello fu sede del comando di Rodt e residenza del feldmaresciallo Kesselring. In seguito il possedimento passò nuovamente nelle mani degli inglesi sotto i quali ci furono ancora problemi. Questo è quello che ha vissuto l’abbazia benedettina di Santa Maria di Maniace nel tempo, trasformata in Castello Nelson e adibita a diversi scopi. Tutto ciò l’ha vista mutare a seconda dei proprietari e delle epoche, ma non ha mai perso il suo fascino e la sua imponenza che la vede dominare dal colle il piccolo paese.
Parrocchia di San Sebastiano
La parrocchia di San Sebastiano di Maniace è stata inaugurata il 7 agosto del 1993. L’edificio è stato progettato dell’architetto Carlo Romano di Palermo ed ha l’aspetto della prua di una barca con torre campanaria, a pianta quadrata di 23 metri per lato con una capienza di quattrocento posti a sedere. L’altare si stacca dall’abside per protendersi verso il centro. Osservata dal sagrato l’edificio si mostra con una pensilina a cuneo, alta otto metri, che ha la falda del tetto in contro pendenza rispetto a quella dell’aula. Il tetto dell’aula si innalza assottigliandosi fino a quota 15 metri dove si incontra con la torre campanaria, alta 23 metri. Le pareti esterne sono rivestite in pietra arenaria locale e ospitano tre ingressi.
Le porte hanno dei pannelli figurativi sbalzati a mano su metallo in ferro, opera dell’artista Antonio Pagli di S. Donato. Questa chiesa è il risultato tangibile di tanti sforzi e sacrifici della comunità di Maniace che ha lottato duramente per affermarsi nella sua autonomia.
Chiesa di Santa Maria di Maniace
La chiesa di Santa Maria di Maniace è un pregiato monumento di eccelsa arte risalente al dodicesimo secolo con accenni gotici dati dalla sobrietà e dalla purezza dei profili architettonici. L’interno ha pianta longitudinale ed è diviso in tre navate interrotte dalla parete di fondo all’altezza dell’arco trionfale, del quale restano ancora tracce. Originariamente oltre questa parete sorgevano il transetto e le absidi distrutte dal terremoto del 1693.
Quello che resta di questa chiesa è comunque abbastanza per affascinare. La fuga degli archi ogivali, ghierati dai conci di pietra arenaria gialla, sostenuti da due file di brune colonne in pietra lavica, alternativamente rotonde ed esagonali, che, insieme agli archi sovrastanti, si fondono anche nelle alte capriate lignee del soffitto che in qualche parte e nelle mensole a truciolo che sorreggono le travi conservano ancora tracce dell’antica decorazione. Completano le linee architettoniche dell’interno i filari delle finestre ad arco acuto che si aprono, a strombatura, nel profondo spessore dei muri dell’alta navata centrale e di quelle laterali rosseggiando sul bianco intonaco delle pareti del tempio per il cotto che ne riveste le superfici interne e gli estradossi. All’interno della chiesa sono custoditi due esempi di pregiata arte, impossibili da perdere.
Il tutto è circondato da un mistico silenzio che invita ad ammirare con dedizione e interesse.
Cimitero Inglese
Sulla sponda destra del fiume Saracena si estende il piccolo cimitero inglese, dove sono sepolti i duchi di Bronte e il poeta scozzese Wialliam Sharp. Questo cimitero è ancora oggi di proprietà della famiglia Nelson ed è stato dato in concessione al Comune di Maniace.
Fu costruito nel 1898 ed era riservato solo alla famiglia Nelson e ai suoi amministratori.
La scritta che si trova all’ingresso recita: “Nobisque vobisque pax”. Ad oggi questo cimitero ospita 8 tombe.