Sulle coste occidentali della Sicilia si estende Sciacca, in provincia di Agrigento, nota per il suo carnevale ma anche per il suo mare e le sue terme.
La città di Sciacca è circondata dal bello: davanti a sé il limpido mare del canale di Sicilia con l’isola di Pantelleria e più in lontananza Tunisi, nelle sue vicinanze le antiche città greche di Eraclea Minoa e Selinunte, e un po’ più su la città della Valle dei Templi, Agrigento, ad est il Monte San Calogero, dove si trovano le acque termali.
Origini del nome Sciacca
Ma c’è anche altro. Il nome Sciacca, anticamente Xacca, deriva dal saraceno Xech che significa Signora, Governatrice, ma questo non è l’unico significato attribuito al nome. Secondo altri il nome Sciacca deriverebbe da Xach che vuol dire Mercurio oppure Pomona, dea dell’abbondanza, o ancora che sia di provenienza araba con il significato di separazione, per il fatto che, proprio in questa città si segnava, anticamente, il confine tra due diverse province. Altri studi riconducono l’origine del nome Sciacca sempre all’arabo però al termine Syac che significa “bagno” in riferimento al mare o alle famose terme.
La storia di Sciacca
Al di là della provenienza del nome le origini di Sciacca sono antichissime, del VII secolo a. C. il ché è convalidato dal ritrovamento di scheletri umani, alcuni segni grafici e dalla ceramiche rinvenute nella grotte del monte Cronio che risalgono al periodo di transizione tra l’età della pietra e quella dl bronzo.
Con l’arrivo dei greci, Sciacca diventò una provincia di Selinunte destinata ai bagni termali “Terme Selinuntine” e subì le sue stesse sorti, difatti nel 409 a. C. cadde in mano dei cartaginesi e fu teatro di due importantissime battaglie. Nel III d. C. arrivarono i romani che chiamarono Terme Selinuntine, Aquae Labodes, e divenne Stazione Postale per le comunicazioni con l’Impero.
Come tutta la Sicilia, la città di Sciacca ha subito diverse dominazioni e dopo i romani fu la volta degli arabi.
Gli arabi approdarono a Sciacca nell’840 d. C. e da allora cominciarono degli anni di splendore e prosperità durante i quali divenne capoluogo delle Circoscrizioni Territoriali. Nel 1087 Sciacca fu conquistata dai Normanni che mantennero le divisioni della città e la fortificarono.
Durante il periodo svevo la città di Sciacca ottenne diversi privilegi propri delle città demaniali e nel 1231 divenne Centro Commerciale per lo scambio delle merci all’ingrosso.
Nel 1268 Sciacca fu assediata da Carlo I d’Angiò che l’anno successivo si arrese e la città restò in balia di saccheggi e soprusi. Nel 1282 Pietro III d’Aragona venne nominato re di Sicilia e Sciacca diventò il centro delle galere dove furono rinchiusi tutti i detenuti della guerra contro gli angioini che ritornarono nel 1312 all’assalto dell’isola. Successivamente la città passò sotto il dominio dei Peralta, ricca famiglia di provenienza spagnola, è sotto il loro dominio Sciacca tornò a splendere (in questo periodo venne costruito Castel Nuovo, una vera fortezza costruita sulla roccia).
Dopo i Peralta Sciacca subì un nuovo periodo di fame e carestia provocato da una guerra civile. Finita la guerra arrivò a Sciacca Alfonso I che ridiede alla città importanza e splendore. Ma la storia di Sciacca è stata legata alle incomprensioni e alle guerre tra famiglie tanto che dopo ogni periodo di splendore uno di povertà e carestia la attendeva. Fu così fino al 1550 circa quando gli abitanti si ribellarono.
Continuano i periodi di fame e miseria anche se la città si faceva bella con nuovi palazzi e chiese. Nel 1718 gli spagnoli mandarono una flotta in Sicilia per ristabilire il loro dominio e Sciacca si sottomise ma gli austriaci non tardarono ad arrivare e nel 1720 la città era sotto il dominio di Carlo VI. Nel 1734 a Sciacca fu istituito il Consolato del Mare.
La città lentamente si stava riprendendo e sorta la carboneria la città partecipò alla rivolta per l’indipendenza dai Borboni. Nel 1860, a Marsala, arrivava Garibaldi e nella notte tra il 13 e il 14 maggio i rivoluzionari ponevano la bandiera tricolore sulla vecchia casa comunale. Durante la seconda guerra mondiale Sciacca ha ospitato una base aerea della Regia Aeronautica.
Arte a Sciacca, monumenti, chiese e palazzi
Di tutta questa storia, di tutte queste vicende, di tutte queste guerre e di tutti questi periodi di splendore resta tanto. Oggi Sciacca è come un libro di storia aperto a tutti e le sue pagine sono i monumenti e i diversi luoghi di interesse storico e culturale.
La città è cinta di mura che nel corso degli anni hanno subito diverse modifiche e ampliamenti.
Vi sono tre porte di accesso:
Porta Palermo, Porta San Salvatore e Porta San Calogero.
Porta Palermo è la meno antica e si trova nelle vicinanze di Piazza Sturzo. Fu riedificata nel 1753 sotto il dominio di Carlo II di Borbone in stile barocco con delle colonne e un’aquila che si trova sulla sommità, un antico stemma della famiglia regnante.
Porta San Salvatore è la più antica delle porte di Sciacca e conduce direttamente nel centro storico della città. Oltre ad essere la più antica è anche la più bella, con il suo stile prettamente rinascimentale con due colonne ed un arco. Alla base delle due colonne si trovano due elefanti che sembra sostengano la costruzione. La facciata è decorata finemente con degli arabeschi, rosette, teste leonine e dei basso rilievi che rappresentano due leoni. Sulla parte superiore si trovano tre stemmi che rappresentano l’antico stemma della città, quello della casa d’Austria e quello della famiglia Sotomajor che volle la costruzione di questa porta.
Infine porta San Calogero che si erge sull’omonima piazza e fu costruita nel 1536 per volere di Federico d’Aragona. La porta si conserva nella forma originaria e un tempo delimitava il quartiere Cadda. Siamo ancora all’esterno della città del Carnevale e tutto già affascina e stupisce. Oltrepassando le porte, e portandoci all’interno troveremo molto altro da scoprire.
Chiese di Sciacca
Diverse sono le Chiese che si possono visitare a partire dall’antica Cappella di San Giorgio dei Genovesi del 1520. Continuando il nostro viaggio artistico-storico-culturale non può mancare la Chiesa di Santa Maria del Soccorso, la cui struttura originaria risale al XII secolo, la Chiesa di Sant’Antonio Abate, del XV secolo, la Chiesa di San Domenico e il suo Convento, del 1176, la Chiesa di Santa Margherita, del 1342, la Chiesa dello Spasimo, del 1632, Chiesa di Santa Maria dell’Itria e il suo Monastero, la Chiesa di San Nicolò La Latina, la Chiesa di Santa Maria delle Giummare, la Chiesa di San Francesco e molte altre meno importanti ma ugualmente ricche di fascino e di storia.
Cosa vedere a Sciacca
Una delle chicche della città sono le stufe naturali di San Calogero sul monte Cronio che risalgono al neolitico. Continuando nella scoperta della città non ci devono meravigliare i diversi palazzi e castelli sparsi ovunque. Sciacca è una città che è stata regno di diverse dinastie, capitale del commercio siciliano, capoluogo dei paesi demaniali e la costruzione di castelli e palazzi è una delle manifestazioni dello splendore e dello sfarzo.
Castelli e Palazzi di Sciacca
C’è il Castello dei Conti luna, il Palazzo del Conte, il Castello Vecchio, il Castello Incantato, il Palazzo Amato, Palazzo S. Giacomo tagliavia, Palazzo Arone, Palazzo Bertolino-Tommasi, Palazzo Ventimiglia, Palazzo Graffeo o Grifeo, Palazzo Inveges, Palazzo Maurici, Palazzo Ragusa, Palazzo Perollo e Palazzo Steripinto o Sortino. Una visita la meritano anche Torre Campanaria, la Torre Medievale e la Torre del Pardo.
Castello dei Conti Luna
Castello Luna, a Sciacca, in provincia di Agrigento, chiamato anche Castello Nuovo, si trova nella paste alta della città che domina.
Il castello fu costruito direttamente sulla roccia e ha una cinta irregolare a causa della topografia tormentata del sito. Nella parte nord- ovest della struttura si erga la torre maestra della quale oggi si possono vedere le parti basamentali. Le torri di cortina presentano varie piante e sono più o meno aggettanti rispetto alle mura. A sud si trova una torre cilindrica che fuoriesce dalla cortina, oggi in gran parte rovinata, nella parte est si trovano una torre semicilindrica ouverte a la gorge e una torre a sperone, a nord-est una torre quadrangolare, un’altra torre a sperone si trova ad ovest.
Le mura perimetrali presentano spessore di m 2,10 e presentavano un cammino di ronda e merlatura in parte conservati. All’interno del vasto spazio cintato si trovano resti di edifici, cisterne e silos.
Mare e natura a Sciacca
Dopo questa passeggiata nella storia circondati dall’arte è tempo di godere della natura, della bellezza e particolarità dei posti. Arrivati al porto si potranno contare oltre 500 tra natanti, pescherecci e piccole imbarcazioni dove migliaia di uomini sono impegnati nella pesca, una delle principali attività del paese. Immagini d’altri tempi, fatte di uomini che lavorano tra mare e terra senza fermarsi e grida e chiacchiere che si confondono nell’aria densa di salsedine.
La pesca più praticata è quella del pesce azzurro che dopo la lavorazione nelle industrie conserviere è esportato in tutto il mondo facendo di Sciacca uno tra i primi produttori europei. Anche la produzione di olio e vino non sono da meno ma il turismo regna sull’economia di Sciacca.
Il mare, le terme e il Carnevale sono diverse occasioni per divertirsi e per rilassarsi.
Spiagge dorate che si tuffano nel mare turchese dal quale ogni tanto fa capolino un piccolo scoglio.
Un mare limpido e pulito che sempre di più è scelto dai turisti di tutto il mondo.
I servizi agli utenti sono completi e soddisfacenti e in tutto questo non poteva mancare del buon e sano divertimento. Un vero paradiso per chi ama il sole e il mare. Diverse sono le sagre e le feste che durante l’anno riempiono le serate saccensi. Lì dove l’Italia e l’Europa stanno per cedere il passo al continente africano si schiude un piccolo paradiso fatto di storia, di arte, di mare, di sole, di tradizione e di cultura.