Video Settimana Santa Caltanissetta

Settimana Santa a Caltanissetta

Da sempre crocevia di molteplici culture e dominazioni, isola ricca di storia, cultura, tradizioni. Terra accogliente, immersa in una natura palpitante di vita e colori che ritroviamo anche nei suoi boschi, nelle colline, nella montagna. Scenario che si arricchisce ogni anno grazie ai colori della primavera, grazie ai profumi ed alle sfumature di questa stagione, preludio inaspettato di antiche memorie che ritrovano il proprio spazio nei riti che caratterizzano la Pasqua in Sicilia. La memoria della passione e della morte del Cristo rivive secondo antichissimi rituali in numerosi centri di tutta la regione, così fortemente ancorata al proprio passato, alle proprie radici. Tra le manifestazioni che avvengono in Sicilia durante questi giorni, la Settimana Santa di Caltanissetta ha conservato particolari sfumature che la rendono di rilevante valore, sia antropologico che sociale, sia culturale che prettamente religioso.


ULTIMA CENA

E’ ritenuto uno dei più interessanti sotto il profilo artistico e pare che riproduca una delle opere maggiori di Leonardo da Vinci. Sui volti dei personaggi i sentimenti di mestizia, di dolore, che accompagnano quell’ultima cena. I discepoli sono disposti circolarmente intorno alla figura di Gesù, al di là di una tavola a forma di ferro di cavallo, imbandita.

ORAZIONE NELL’ORTO

La scena è ambientata tra gli ulivi del Getsemani e il volto di Gesù esprime tutta la consapevolezza di colui che sta per affrontare il proprio destino. Di contro, l’angelo che gli si para innanzi raffigura la bellezza del messaggio divino che custodisce. Video – http://www.youtube.com/watch?v=WBYnLF0yYqw CATTURA: Questo gruppo e stato completato dai Biangardi nel 1884. I personaggi che lo compongono sono 5 e rappresentano l’attimo in cui si realizza il tradimento operato da Giuda: infatti il Cristo viene assalito al segno convenuto dalle guardie i cui occhi sprizzano una bieca luce di gioia e Giuda è raffigurato nell’attimo in cui sta per baciare Gesù.

IL SINEDRIO

Realizzato nel 1886 dai Biangardi, il gruppo statuario è stato curato nei minimi particolari. Al centro della vara, sotto un trono, si erge la figura del sommo sacerdote Caifa. A destra Gesù con attorno diversi personaggi alcuni dei quali mostrano atteggiamenti diversi nei confronti del Cristo. Video – http://youtu.be/wOTGeJczuIM FLAGELLAZIONE: Ultimato nel 1909 e completato ed opera dei discepoli dei Biangardi fu realizzato per volontà degli zolfatai della miniera di Gessolungo. Il gruppo raffigura il supplizio della flagellazione di Cristo, il cui volto mostra i segni del dolore ed è insieme composto in un espressione di pietà e di dignitosa comprensione verso chi sta agendo.


ECCE HOMO

Sette sono i personaggi che compongono la Vara. La figura del Cristo, in alto, ormai straziata dalle torture subite; al di sotto della scala il popolo degli ebrei, rappresentato da 4 personaggi i cui volti esprimono disprezzo ed odio.

LA CONDANNA

Nota come la Vara di Ponzio Pilato. Fu realizzato da Francesco Biangardi nel 1902, su commissione degli zolfatari della miniera Trabonella. Otto sono i personaggi. La Vara raffigura Gesù martoriato al cospetto di Ponzio Pilato. Il volto di Gesù mostra una pacata rassegnazione. Pilato è colto nell’atto in cui si lava le mani dentro una coppa in argento.

PRIMA CADUTA

Questo gruppo completato nel 1886 è stato realizzato dai Biangardi. Vi sono raffigurati tre personaggi. Mostra Gesù che crolla, stremato, per la prima volta sotto il peso della croce. Ancora una volta il volto di cristo è raffigurato in una composta dignità quasi regale nel suo dolore.

CIRENEO

Il gruppo anch’esso opera dei Biangardi e realizzato nel 1886, mostra la figura di Simone di Cirene costretto a portare la croce del condannato affinché si possa portare a termine l’esecuzione. Lo sguardo di Gesù è colmo di gratitudine verso chi, sebbene obbligato, si appresta ad aiutarlo. VERONICA: Il gruppo realizzato nel 1883 raffigura uno degli episodi più commoventi della processione, cioè il momento dell’incontro con la Veronica. Contrastano la tenera figura della Veronica nell’intento di asciugare il viso di Cristo, con la rudezza del soldato romano e il popolano che continua a colpire Gesù con la mazza. CROCIFISSO: Completato nel 1891 è opera di fine arte. Rappresenta Cristo in croce: l’ultimo atto di barbarie è stato ormai attuato e la figura di Cristo sembra ergersi nello stagliarsi dell’oscurità sul monte Golgota. Ai piedi Maria, il cui volto segnato dal dolore e dalle lacrime, è trafitta da una spada: segno evidente delle atrocità subite dal suo animo. Completano la scena le figure di Maria di Cleofe, Maria Magdala e la figura di un Giovanni smarrito che svolge lo sguardo verso la croce.

LA DEPOSIZIONE DALLA CROCE

Realizzata a Mussomeli nel 1885 dai Biangardi, è considerato il loro capolavoro. Ispirati dal dipinto del Rubens, sono riusciti a plasmare nei personaggi espressioni facciali davvero commoventi. Composto da nove personaggi tutti alle prese col mestissimo compito di deporre Gesù dalla croce. Il gruppo nel suo insieme e armonioso, di raro splendore, la sua bellezza è impareggiabile.

LA PIETA’

Realizzata nel 1888 da Francesco e Vincenzo Biangardi, il gruppo composto da 4 personaggi raffigura Gesù morto tra le braccia della Madonna sofferente. Maria Maddalena dall’altro lato bacia le mani di Gesù. San Giovanni piange la scomparsa di Cristo.

LA TRASLAZIONE o CONDOTTA AL SEPOLCRO

Questo Gruppo venne realizzato da artisti napoletani nel 1853. È costituito da sei personaggi, tra i quali Giuseppe e Nicodemo che reggono la Sindone con cui è avvolto Gesù Cristo. Attorno ad essi la Vergine Maria il cui volto esprime dolore per la perdita di Gesù.

LA SACRA URNA

Realizzata da Francesco Biangardi nel 1892, è composta da una urna all’interno della quale giace il corpo di Gesù Cristo. Sulla sua sommità un angelo, intorno disposti agli angoli 4 putti che sorreggono gli strumenti adoperati per la crocifissione.

ADDOLORATA

Opera del Biangardi, originariamente era costituita da due personaggi cioè dall’Addolorata e da un nobile cherubino. Nel 1905 in seguito ad un incendio andò in parte distrutta, e nel 1973 Emma la ricostruì con la sola Madonna.

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