Itinerario Riserve Naturali di Palermo
Nella bellissima provincia di Palermo si trovano alcune delle riserve più affascinanti e sorprendenti di tutta l’isola. Dalla bellissima isola di Ustica a Isola delle Femmine, da Monte Carcaci a Monte Pellegrino, da Serre della Pizzuta a Serra Ciminna, da Capo Gallo a Caporama, distese di natura incontrastata, polmoni verdi a pochi passi dalle città e dai paesi. Un modo diverso per godersi la terra del sole.
Un itinerario alla scoperta di quello che era l’isola dei mille dominatori. Un cammino alla scoperta della natura, alla scoperta di mille e meravigliosi panorami, alla scoperta di antichità, alla scoperta delle profondità.
Riserva Naturale Bagni di Cefalà Diana
Nell’entroterra della Sicilia Occidentale si estende la Riserva Naturale di Bagni di Cefalà Diana.
È stata istituita nel 1997 al fine di tutelarne le sorgenti termali, il territorio e le specie faunistiche che vi vivevano. I Bagni di Cefalà Diana si trovano ai piedi di Pizzo Chiarastella, dal quale nascono le sorgenti termali, e risalgono al periodo della dominazione araba.
Durante la visita a questa riserva obbligatoria è la sosta all’edificio, un vero e proprio stabilimento termale le cui acque, sin dall’antichità, sono state utilizzate per la cura di reumatismi e malattie della pelle. L’edificio è a pianta rettangolare e gli ornamenti sono tipici dello stile arabo.
All’interno si trova un elegante tribelon (triplice arcata) sorretto da alcune colonne in marmo che separa l’ambiente in due distinte zone: quella anteriore, dove si trovano tre vasche, e quella posteriore, dove si trova un’unica vasca. Sulle pareti vi sono delle nicchie che servivano per poggiare gli indumenti. Attualmente la sorgente non è attiva. Il rilievo montuoso arriva fino ai 670 metri ed è di origine carbonatica.
La vegetazione è formata prevalentemente da macchia mediterranea (scilla Marittima, liliacea e ginestra spinosa). Sulla parte est di Pizzo Chiarastella si trovano anche Lecci, euforbie, asparagi spinosi e trifogli bituminosi.
La fauna è composta da gruccione, barbagianni, cappellaccia, passera sarda, passero solitario, saltimpalo e zigolo nero, per quel che concerne gli uccelli, e biacco, biscia d’acqua, ramarro e nautrice. Tra i mammiferi si possono annoverare conigli, piccoli roditori, volpi e donnole.
Riserva Naturale Bosco della Favara
In provincia di Palermo tra i paesi di Aliminusa, Cerda, Sclafani Bagni e Montamaggiore Belsito si estende la Riserva Naturale del Bosco della Favara e Bosco Granza.
È stata istituita il 25 luglio del 1997 al fine di dare adeguata protezione a tutte le specie vegetali che si trovano all’interno di questa area e consentire ad uno dei polmoni della provincia palermitana di continuare a respirare.
Il territorio è coperto, in maggior parte da ampelodesma (una pianta perenne della famiglia delle Graminacee, che vive in terreni sabbiosi ed aridi), ferula mediterranea e asfodelo mediterraneo tipiche delle praterie della zona mediterranea. Inoltre troviamo ginestre, cisti, prugnoli e biancospini.
La Riserva si presenta con uno spettacolare bosco di lecci, uno tra i meglio conservati dell’intera isola siciliana, e uno di querce da sughero. Alcune di queste piante sono di grandi dimensioni tanto da stupire e meravigliare. Gli animali che vivono in questi boschi sono in maggior parte mammiferi quali: il topo quercino di Sicilia, l’istrice, la volpe, la martora. Per l’avifauna troviamo il codibugnolo di Sicilia, le cince, merli, usignoli upupe, ghiandaie, picchi rossi, colombacci e sparvieri.
Riserva Naturale Bosco della Ficuzza
La Riserva Naturale Orientata Bosco della Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago è in provincia di Palermo ed è stata istituita nel 2000. Questa riserva è un insieme di diversi luoghi naturali della provincia palermitana. I comuni interessati sono: Marineo, Monreale, Corleone, Godrano, Mezzojuso che offrono ai visitatori storia, arte e natura nel loro continuo intrecciarsi.
Il Bosco della Ficuzza è un’area molto estesa, la più estesa della Sicilia occidentale, che comprende diversi habitat naturali e di conseguenza ospita diverse specie animali e vegetali. Si passa dal bosco fitto alle radure, dai prati alle formazioni steppose, dagli strapiombi rocciosi alle pietraie cespugliose con qualche piccolo lago sparso qua e là. La scoperta del bosco è realizzata attraverso dei sentieri attrezzati che guidano per i boschi di lecci, querce, roverelle, sugherete e cerri.
La fauna che trova riparo in questi boschi è numerosa e varia, e molte specie che vivono in questi boschi sono rare. All’interno dell’area destinata alla caccia, istituita sin dai tempi di Ferdinando III di Borbone nel XIX secolo, si può ammirare lo Storno Nero, il daino ed il cinghiale (ai quali, un tempo, si univa il lupo, ormai completamente estinto in Sicilia). Nei pressi dei laghi vivono le tartarughe.
Ma la regina di questi posti è l’Aquila Reale che predilige le zone di montagna. Altre specie falconiformi sono il falco di palude, lo sparviere, il nibbio reale, la poiana e il nibbio bruno. A questi si uniscono gli uccelli appartenenti alla categoria dei falconidi tra i quali il falco pellegrino, il falco lanario, il falco grillaio, il gheppio e il falco cuculo. I mammiferi che vivono in queste zone sono la volpe, la lepre, il coniglio selvatico, il gatto selvatico, la donnola, l’istrice, il riccio e diverse specie di anfibi. Molto presenti anche gli insetti e diversi tipi di invertebrati.
Visitare questi posti sarà come tornare indietro nel tempo e ritrovare gli odori e le sensazioni che lo caratterizzavano. Dei posti molto interessanti e caratteristici, all’interno della riserva, sono Gorgo Lungo, Gorgo Tondo, la Pescheria del re, la Gola del drago, la Grotta del Romito, l’Acqua Ammucciata (nascosta), il Fanuso e la Capreria. Non potevano mancare delle aree attrezzate per piacevoli soste.
Riserva Naturale Capo Gallo
La Riserva di Capo Gallo è stata istituita il 21 giugno del 2001 e prende il nome da Monte Gallo, un’antica montagna di 250 milioni di anni, che la domina. Su questo monte si rinvengono diverse particolarità geologiche: la Fossa del Gallo, la Grotta Perciata, la Grotta dei Caprari, la Grotta delle Vitelle, la Grotta Regina, la Gratta Caramula e la Grotta Impisu, tutte interessantissime da visitare.
All’interno di queste grotte sono stati rivenuti resti della presenza umana del periodo delle guerre puniche, difatti è stato trovato il relitto di una nave di cartaginesi, e scheletri di grandi animali del quaternario come ippopotamo ed elefante. La flora è formata da specie tipicamente mediterranee come il lentisco, il finocchio di mare, l’asparago spinoso e le diverse specie di Limonium.
Tra i grandi alberi troviamo il leccio, il sommacco siciliano, l’olivastro e la ruta d’Aleppo. Tra le rocce del monte è facile trovare nidi di merli, fringillidi, occhiocotto, colombaccio e in alcuni mesi dell’anno il falco pecchiaiolo, la cicogna bianca, il gruccione ed il cuculo. Di notte, vivono tra questi boschi, barbagianni e allocchi che si nutrono di lucertole, topi e conigli selvatici. L’unico mammifero presente è la volpe.
L’ente che gestisce questa riserva ha provveduto a sistemare dei sentieri che guidano alla scoperta delle meraviglie di questi luoghi che vanno dalla montagna al mare (dove cedono il passo all’isola delle Femmine) formando un posto davvero unico.
Riserva Naturale Caporama
In provincia di Palermo, sulla costa settentrionale si estende la Riserva Naturale di Caporama. Questa riserva ospita un’antica torre quattrocentesca a testimonianza della storia che è passata per questi luoghi.
La torre, infatti, fa parte di quel sistema di avvistamento e di segnalazione presente su tutte le coste della Sicilia a partire dal 1500. Nonostante gli anni che sono passati la Torre mantiene il suo antico fascino e regna indisturbata sulla riserva. Nelle vicinanze della torre si trova anche un piccolo bunker della seconda guerra mondiale. Nell’area della Riserva si trovano rocce calcaree dell’età mesozoica (200 milioni di anni fa) che sono emerse in seguito a spinte orogenetiche che hanno portato anche alla formazione dell’intera Sicilia. Queste rocce sono ricche di fossili e resti di coralli che testimoniano la loro vita sott’acqua.
La costa che appartiene a questa riserva è alta e rocciosa e presenta diverse grotte, createsi in seguiti all’erosione marina. Lungo i percorsi di questa riserva si possono incontrare rettili (lucertola siciliana, lucertola campestre, biacco, geco e l’emidattilo), alcune coppie di gabbiani reali, il rondone maggiore, il passero solitario, il rondone pallido e l’occhiocotto. L’uccello che più nidifica in questa riserva è la Cappellaccia. Nei pressi della torre vive il gheppio, e in autunno e in primavera, si può osservare il passaggio degli uccelli migratori come la Balia Nera, lo Stiaccino, la Sterpazzolina e il Culbianco. Nelle grotte è facile imbattersi in pipistrelli. I mammiferi che dominano la zona sono la volpe, il coniglio e piccoli roditori.
La flora della Riserva Naturale di Caporama è caratterizzata da una vegetazione alofila (Limonium bocconei e Crithmum marittumum), presente nelle zone rocciose e dalla gariga, man mano che si va verso l’entroterra. Tipi di piante presenti sono la Palma Nana, l’Ilatro e la Quercia della Palestina. Per le specie erbacee sono da segnalare la presenza di margheritine, vulneraria annuale, giaggiolo dei poveretti, ginestrino delle scogliere, la violaciocca e il Camedrio.
Riserva Naturale Isola delle Femmine
La Riserva Naturale dell’Isola delle Femmine è stata istituita nel 1997 e si trova a circa trecento metri dalla costa palermitana, sull’omonimo isolotto.
La riserva è stata istituita al fine di tutelare il patrimonio floristico e faunistico. La flora è costituita da circa 150 specie tra le quali l’asfodelo, l’iris, la salicornia, la speronella, la romulea, il ginestrino delle scogliere e alcuni cespugli di macchia mediterranea e prateria.
I cieli della riserva sono pieni di diverse specie di uccelli migratori tra i quali ricordiamo la poiana, il falco pellegrino, il cormorano, la garzetta, l’airone cenerino e il martin pescatore.
Questo piccolo isolotto è completamente disabitato è l’unica traccia del passaggio umano è una torre posta al centro di un favoloso paesaggio.
Riserva Naturale Monte Carcaci
Tra i comuni di Prizzi e Catronovo di Sicilia, nel 1997, è stata istituita la riserva del Monte Carcaci e da allora è gestita dal Demanio Forestale. Questo monte è formato da rocce calcaree che si sono formate nell’era Quaternaria e presenta diverse zone: zone umide, boschi, praterie e ambienti rupestri.
All’interno della riserva ci sono due monti, Monte Carcaci e Pizzo Colobria tra i quali scorrono numerosi e piccoli corsi d’acqua che formano degli stagni (il più noto è il laghetto stagionale di Marcato delle Lavanche). Da entrambe le vette è possibile godere di bellissimi panorami.
Camminando per questa riserva ci si imbatterà in boschi di leccio e acero campestre. Il sottobosco è formato da asparago spinoso, pungitopo, falso pepe montano, orniello, perastro, bianco spino e alcune specie erbacee come il ciclamino e la rosa peonia. Sulla vetta si trovano ampie zone di anemone stellata, cipollaccio greco, pratolina, giaggiolo siciliano, zaffera netto comune e favagello. Lungo i corsi d’acqua crescono pioppi neri, salici bianchi, salici dorati e salici pedicellati. Gli animali che si aggirano in questa riserva sono gli sparvieri, le poiane, i nibbi bruni, il falco pellegrino. Nei boschi è più facile trovare merli, scriccioli, cince, fringillidi e picchi rossi maggiori. Tra i mammiferi sono presenti la volpe, la martora, il gatto selvatico e l’arvicola di Savi. Da segnalare la presenza di un piccolo mammifero, il capovaccaio, che è un incrocio tra una talpa e un criceto. Tra i rettili si annoverano la vipera comune, il biacco e il colubro liscio.
Vedi Scheda Distretto Forestale Alto Platani
Riserva Naturale Monte Pellegrino
Il Massiccio di Monte Pellegrino, il Bosco Niscemi e il Giardino Storico della Real Tenuta della Favorita formano la Riserva Naturale di Monte Pellegrino, che si estende a nord dell’isola siciliana.
È una riserva che permette lunghe passeggiate tra boschi, praterie e monti.
Le specie vegetazionali sono molteplici tra le quali: il Leccio, il Carrubo, il Bagolaro, l’Olivastro, il Pistacchio, il Lentisco, il Terebinto l’Alaterno, la Fillirea e l’Euforbia e ancora Brassica rupestris, Lithodora rosmarinifolia, Dianthus rupicolae, Chamaerops humilis ed Euphorbia bivonae.
Nella parte che corrisponde alla Real Tenuta della Favorita dominano gli agrumeti e alcune specie come la Lentaggine, il Frassino da manna, l’Alloro, il Carrubo, il Corbezzolo, l’Acacia orrida, il Mirto, l’Albero di Giuda, ecc.
Questa zona è anche la più ricca d’Italia di funghi con migliaia di specie diverse. Diverse tipologie vegetazionali corrispondono ad una singolare varietà faunistica con il verdone, il verzellino, il fringuello, la capinera, l’occhiocotto, lo scricciolo, la sterpazzolina, il fanello e il merlo, e ancora rapaci diurni di particolare interesse, come la Poiana, il Gheppio, e il Falco pellegrino e rapaci notturni come il Barbagianni e l’Allocco.
Tra i mammiferi selvatici ritroviamo la Volpe, il Riccio, la Donnola e il Coniglio.
Una volta arrivati in questa riserva, oltre a perdersi nelle bellezze della natura, è possibile anche visitare il Santuario di Santa Rosalia al quale conducono diversi sentieri.
Riserva Naturale Pizzo Cane, Trigna e Mazzamuto
Tra i comuni di Altavilla, Baucina, Caccamo, Casteldaccia, Trabia e Ventimiglia, in provincia di Palermo, si estende la riserva naturale di Pizzo Cane, Trigna e Mazzamuto, una delle più estese dell’isola. La riserva è stata istituita nel 2000 e da allora gestita dall’Azienda Foreste Demaniali.
È formata da un massiccio montuoso di rocce calcaree formatesi con il sedimentare di gusci e scheletri di animali nel corso dei secoli. È una zona molto interessante dal punto di vista geologico che presenta elementi di origine vulcanica, carsica, sedimentaria e la formazione di alcune piccole grotte: Grotta Brigli, la Grotta del Leone e Grotta Mazzamuto.
Viste le diverse origini dei luoghi, i paesaggi che si presentano ai nostri occhi sono variegati, e sono: quello rupestre, quello vallivo, quello boschivo, quello prativo e quello umido (nei pressi dei corsi d’acqua).
I boschi sono formati da lecci, querce, sugheri, querce caducifoglie, frammisti ad orniello e aceri campestri. Nel sottobosco si trovano: pero mandolino, rosa sempreverde, biancospino comune, erica arborea, ginestra spinosa e citiso trifloro. Nelle parti più alte si trova l’agrifoglio, il ciclamino primaverile e la rosa peonia. Tra questi paesaggi vivono incontrastati il falco pellegrino e l’aquila reale, picchi rossi e rampichini, donnole e martore, gatti selvatici e volpi. Nelle aree del bosco e della prateria trovano posto roditori, istrici, lucertole, ramarri e serpenti. Importante è la presenza della lepre appenninica, una specie molto rara.
Riserva Naturale di San Calogero
La Riserva Naturale di San Calogero si trova in provincia di Palermo. Prende il nome dal sistema montuoso che domina la zona. Si estende nei comuni di Termini Imerese, Caccamo e Sciara ed è stata istituita nel 1998. Monte San Calogero è, geologicamente parlando, una porzione di crosta terreste che si è formata grazie alle spinte tettoniche nell’era del Mesozoico.
È una sorta di anello di congiunzione tra le Madonie e Conca d’Oro.
Pieno di lecci e di piante tipiche della macchia mediterranea, la Riserva Naturale di San Calogero, si presenta affascinante e variegata con le pendici che si alternano a grandi valli formatesi grazie all’azione sub vulcanica.
Questa zona è meta di molti geologi che ne hanno studiato le caratteristiche e oltre le azioni sotterranee, che hanno portato alla formazione del Massiccio, si segnala anche la presenza di correnti idrotermali di fluorite che emergono dalle rocce e formano dei minerali particolarissimi.
La riserva è abitata da rapaci quali il falco pellegrino e la poiana. Oltre i lecci il bosco ospita praterie di euforbia, carrubi e ginestre. Nel corso degli anni l’ente gestore della riserva, l’Azienda Forestale, ha intensificato i corsi, per le scuole e non, che facessero conoscere le particolarità di questa zona.
Riserva Naturale Serre Ciminna
Nell’entroterra siciliano, tra i comuni di Mezzojuso, Vicari e Ciminna si estende la Riserva Naturale di Serre Ciminna, istituita nel 1997. Sono serre che raggiungono gli 800 metri di altezza e catturano l’interesse soprattutto di geologi e scienziati per l’alto valore delle loro strutture carsiche e tettoniche. Tra le serre vi sono anche diverse grotte e valli, formatesi in seguito a fenomeni carsici. Queste serre si sono formate circa sei milioni di anni fa e oggi si presentano con un panorama che alterna praterie, garighe e vegetazione rupestre.
La prateria è formata da ampelodesma, barboncino mediterraneo, scilla marina, asfodeline dorata ed eleoselino. Nella gariga ritroviamo arbusti come l’olivastro, l’assenzio arbustivo, la ginestra spinosa e la ginestra odorosa.
Le zone con vegetazione rupestre sono pieni di euforbia arborea, l’assenzio arbustivo, il teucrio arbustivo, l’euforbia di Bivona, la vedovina delle scogliere e la borracina arrossata.
La fauna di questi territori è rappresentata da mammiferi quali l’istrice, la volpe e il coniglio selvatico. Tra gli uccelli rapaci troviamo il gheppio, la poiana, il lanario, il passero solitario e il capovaccaio.
Riserva Naturale Serre della Pizzuta
Istituita nel 1998 la Riserva Naturale Serre della Pizzuta è un’altra delle numerose riserve della provincia di Palermo. La caratteristica saliente di questa zona è determinata dal clima, ovvero il clima caratterizza la flora e la fauna, molto particolari, favorendo l’esistenza di alcune specie ed escludendone altre. Il complesso montuoso, ospite della riserva, si è formato in era mesozoica, raggiunge i 1333 s.l.m. e presenta diverse grotte e depressioni, che si sono formate grazie a processi carsici. Le grotte più interessanti sono la Grotta del Garrone e la Grotta dello Zubbione.
La flora di questa zona è formata da diverse specie erbacee endemiche e i boschi sono formati da Lecci, Olmi Campestri, Aceri Campestri e Aceri Minori. Il sottobosco è formato da Prugnolo, di Biancospino, di Asparago Spinoso e di Ginestra Spinosa e negli ultimi anni da Eucalipti e Conifere (grazie ad un’azione di rimboschimento dell’ente gestore). La Volpe, il Gatto Selvatico, la Martora, l’Istrice, l’Aquila del Bonelli, il Corvo ed il Gheppio, l’Usignolo, la Cinciarella, il Rampichino e della notturna Civetta formano la fauna della Riserva delle Serre della Pizzuta. È facile incontrare lucertole campestri, gechi, saettoni e vipere. Nelle grotte è presente il Ferro di cavallo che è una particolare specie di pipistrello.
La riserva è stata divisa in diversi sentieri che guidano alla scoperta delle meraviglie naturalistiche, sono sei e sono: Sentiero del Ladrone (guida lungo la parte meridionale della riserva che regala stupendi panorami e permette l’accesso alla Grotta del Garrone), Sentiero della Norina (attraversa un piccolo e affascinante bosco di castagni), Sentiero della Pizzuta (alla scoperta dei boschi e delle alte quote), Sentiero delle Neviere (vallata settentrionale), Sentiero del Pozzillo (di alto valore naturalistico e paesaggistico) e il Sentiero Argomezet.