Castello di Maredolce – Palermo

Castello di Maredolce – Palermo

Castello di Maredolce

Il Castello di Maredolce, anche conosciuto come il Castello della Favara, è una costruzione in stile islamico, risalente al XII secolo sito in via Emiro Giafar a Palermo.

Si trova all’interno del Parco della Favara, nel quartiere di Brancaccio. Questo palazzo, impropriamente detto castello, fu costruito nel 1071 e faceva parte di un “qasr”, cioè una cittadella fortificata situata sul monte Grifone.

L’edificio fu una delle residenze del re normanno Ruggero II. Nel corso dei secoli il castello fu trasformato in fortezza e nel 1328 fu ceduto ai frati teutonici della Magione, dai quali fu trasformato in ospedale.

Nel 1460 la struttura fu concessa in enfiteusi alla famiglia dei Bologna e nel secolo XVII diventò di proprietà di Francesco Agraz, duca di Castelluccio dal quale fu trasformato in azienda agricola. Nel 1992 la Regione Sicilia ha acquisito per esproprio l’edificio.

Il Castello di Maredolce, per volere di Ruggero II venne circondato da un lago artificiale che aveva al centro un’isola di circa due ettari di estensione (venne ottenuto grazie a una diga composta da blocchi di tufo, che interrompeva il corso della sorgente del monte Grifone).

Nel corso del XVI la sorgente si prosciugò e la pescheria divenne un’area agricola esistente ancora oggi. L’edificio ha pianta quadrangolare e possiede al centro un cortile molto spazioso, con un portico con volte a crociera, del quale rimane solo qualche traccia.

L’esterno è formato da blocchi di tufo con arcate a sesto acuto e nell’unico lato non bagnato dal lago artificiale si trovavano quattro entrate, due delle quali portano alla grande Aula Regia e alla cappella palatina, di forma rettangolare ad una sola navata, coperta da due volte a crociera, con transetto sormontato da una cupola semisferica e dedicata ai santi Filippo e Giacomo.

Il parco intorno al palazzo, nel quale Ruggero II si dilettava nella caccia, era un giardino con numerose specie arboree, agrumi e alberi da frutto, corsi d’acqua ed animali esotici (simili ai giardini del agdal del Maghreb). L’acqua, essenziale per le piante e simbolo di purificazione e rinascita, costituiva l’elemento centrale in un giardino concepito come una riproduzione del paradiso coranico.

>> Itinerario dei Castelli Siciliani

(Foto: Di Vps at it.wikipedia, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6640246)

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